Verso la fine del XIV secolo, con la nascita dell’Umanesimo e
la riscoperta del Classicismo e le sue opere perfette e inimitabili, anche la
filosofia ritrovò Platone uno dei massimi esponenti della corrente,. La nascita
delle cattedre di Greco nelle più importanti università, e quelle di Latino,
non nuove ma tenute da molti intellettuali bizantini scappati dopo la presa di
Costantinopoli e la temporanea riunificazione della Chiesa d’Occidente con
quella d’Oriente portò alla lettura e alla scoperta di autori come Platone,
sconosciuto fino ad allora.
Secondo la loro dottrina, l’uomo, al centro dell’Umanesimo e
soprattutto del Rinascimento, era un’armonica reciprocità fra anima e corpo,
entrambi padroni del proprio destino: massima aspirazione che deriva dalla
conoscenza filosofica è la felicità, almeno per gli spiriti più nobili ed
eletti che possono raggiungere la conoscenza del vero dopo la morte.
Platone |
Allo stesso modo anche il mondo, secondo i Neoplatonici, era
diviso in sfere concentriche alla cui estremità c’era l’Iperuranio, ovvero il
divino, e la materia, il mondo animale. L’uomo, dotato di intelletto, poteva
scegliere dove risiedere, attraverso la mediazione della bellezza e dell’amore,
che secondo Ficino è desiderio di bellezza, e l’unico mezzo attraverso il quale
si può arrivare a Dio, fonte della vera e perfetta bellezza.
Il clima a Firenze era certamente favorevole per questa nuova
spinta culturale. Già nel 1452, Cosimo aveva infatti chiamato a Firenze
Giovanni Agiropulo, un umanista bizantino, per risiedere alla cattedra dello
Studium Fiorentino, la nostra Università attuale, promuovendo così anche nella
città toscana lo studio e la cultura greca.
Pontormo, Cosimo de' Medici, Firenze, Galleria degli Uffizi |
Nata simbolicamente in ricordo e omaggio alla Scuola di
Atene, l’Accademia Neoplatonica vide la luce nella Villa Le Fontanelle nel
1462, per volere e opera di Cosimo de’ Medici che incaricò Marsilio Ficino,
figlio del suo medico di fiducia, di presiedere.
Ben presto l’alto numero di discepoli e allievi che
partecipavano agli incontri si fece così alto che la sede fu trasferita alla
Villa Medicea di Careggi, oggi integrata con l’ospedale. Dall’epistolario di
Ficino, infatti, sappiamo che partecipavano intellettuali del calibro di Pico
della Mirandola, Angelo Poliziano, fra l’altro precettore dei figli di Lorenzo
il Magnifico, anch’egli presente assieme a suo fratello Giuliano. Leon Battista
Alberti, Cristoforo Landino e Francesco Cattani da Diacceto, discepolo più
fedele del fondatore.
Villa Medicea di Careggi, oggi chiusa |
Sulla spinta di queste nuove importanti condizioni
intellettuali, l’Accademia nacque liberamente dall’unione di queste importanti
umanisti e senza alcuna carica né tanto meno statuto, divenendo ben presto un
centro importantissimo di cultura, ed un esempio di concezione moderna di
associazione. Ispirata poi dall’antico simposio platonico, la Scuola così
organizzava convegni di eruditi, scambi epistolari fra i partecipanti e
soprattutto dispute culturali pubbliche e private.
Busto di Marsilio Ficino sulla facciata del Duomo di Firenze |
Ficino, in relazione proprio ai ritrovati studi platonici, fu
incaricato dallo stesso Cosimo di tradurre e commentare le opere
dell’importante filosofo greco e con esso anche quelle di Plotino e di tutti
gli scritti ermetici in generale, in particolare il Corpus Hermeticus di Ermete
Trismegisto. E fu anche autore di opere importanti, tra cui quella più significativa
è sicuramente la Teologia platonica che riproponendo il pensiero di Platone
riesce a trovare una sorta di punto comune con il Cristianesimo, identificando
la pia filosofia con la dotta religione. Ma non solo. Ficino ritiene che ci
siano cinque livelli di realtà, corpo, qualità, anima, angeli e Dio e per
questo l’uomo, dotato dell’anima che nel suo schema si trova al centro, e
libero di essere ciò che vuole per sua scelta, può preferire se andare verso la
materialità degli oggetti oppure la spiritualità.
Lorenzo il Magnifico, statua nel loggiato della Galleria degli Uffizi |
Alla morte di Ficino e di Lorenzo il Magnifico, nel 1492 l’Accademia
passò al suo discepolo più fidato Cattani da Diacceto, e la sede fu spostata agli Orti Oricellai per concessione
di Bernardo Rucellai, dove fu frequentata da illustri letterati come Nicolò
Machiavelli, Jacopo da Diacceto e Luigi Alamanni.
Sulla base delle ricerche e considerazioni che l’Accademia
operò, e grazie anche al fatto che molti importantissimi artisti, fra cui
certamente Botticelli ma anche Michelangelo, parteciparono alle riunioni, anche
l’arte subì una profonda influenza e molte opere portano con sé messaggi e
significati spesso occulti e profondi.
Sandro Botticelli, Pallade e il Centauro, Firenze, Galleria degli Uffizi |
Fra le opere pubblicate a stampa fiorentina, un’edizione
commentata dopo anni di studi della Divina Commedia di Dante, corredata
inizialmente da 19 disegni di Sandro Botticelli con scene tratte dall’opera;
poi su richiesta di Pier Francesco de’ Medici, cugino di Lorenzo, Botticelli
fra il 1484 e il 1490, disegnò 101 pergamene, di cui una doppia per ogni
cantica, e di cui soltanto tre sono state successivamente colorate.
Nel 1524, quando molti membri furono scoperti come
partecipanti alla congiura contro il cardinale Giulio de’ Medici, e soprattutto
antimedicei e con posizioni repubblicane, fra cui anche lo stesso Michelangelo,
l’Accademia fu sciolta.
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