mercoledì 15 aprile 2020

L'Accademia Neoplatonica di Firenze


Verso la fine del XIV secolo, con la nascita dell’Umanesimo e la riscoperta del Classicismo e le sue opere perfette e inimitabili, anche la filosofia ritrovò Platone uno dei massimi esponenti della corrente,. La nascita delle cattedre di Greco nelle più importanti università, e quelle di Latino, non nuove ma tenute da molti intellettuali bizantini scappati dopo la presa di Costantinopoli e la temporanea riunificazione della Chiesa d’Occidente con quella d’Oriente portò alla lettura e alla scoperta di autori come Platone, sconosciuto fino ad allora.
Secondo la loro dottrina, l’uomo, al centro dell’Umanesimo e soprattutto del Rinascimento, era un’armonica reciprocità fra anima e corpo, entrambi padroni del proprio destino: massima aspirazione che deriva dalla conoscenza filosofica è la felicità, almeno per gli spiriti più nobili ed eletti che possono raggiungere la conoscenza del vero dopo la morte.
Platone
Allo stesso modo anche il mondo, secondo i Neoplatonici, era diviso in sfere concentriche alla cui estremità c’era l’Iperuranio, ovvero il divino, e la materia, il mondo animale. L’uomo, dotato di intelletto, poteva scegliere dove risiedere, attraverso la mediazione della bellezza e dell’amore, che secondo Ficino è desiderio di bellezza, e l’unico mezzo attraverso il quale si può arrivare a Dio, fonte della vera e perfetta bellezza.
Il clima a Firenze era certamente favorevole per questa nuova spinta culturale. Già nel 1452, Cosimo aveva infatti chiamato a Firenze Giovanni Agiropulo, un umanista bizantino, per risiedere alla cattedra dello Studium Fiorentino, la nostra Università attuale, promuovendo così anche nella città toscana lo studio e la cultura greca.
Pontormo, Cosimo de' Medici, Firenze, Galleria degli Uffizi
Nata simbolicamente in ricordo e omaggio alla Scuola di Atene, l’Accademia Neoplatonica vide la luce nella Villa Le Fontanelle nel 1462, per volere e opera di Cosimo de’ Medici che incaricò Marsilio Ficino, figlio del suo medico di fiducia, di presiedere.
Ben presto l’alto numero di discepoli e allievi che partecipavano agli incontri si fece così alto che la sede fu trasferita alla Villa Medicea di Careggi, oggi integrata con l’ospedale. Dall’epistolario di Ficino, infatti, sappiamo che partecipavano intellettuali del calibro di Pico della Mirandola, Angelo Poliziano, fra l’altro precettore dei figli di Lorenzo il Magnifico, anch’egli presente assieme a suo fratello Giuliano. Leon Battista Alberti, Cristoforo Landino e Francesco Cattani da Diacceto, discepolo più fedele del fondatore.
Villa Medicea di Careggi, oggi chiusa
Sulla spinta di queste nuove importanti condizioni intellettuali, l’Accademia nacque liberamente dall’unione di queste importanti umanisti e senza alcuna carica né tanto meno statuto, divenendo ben presto un centro importantissimo di cultura, ed un esempio di concezione moderna di associazione. Ispirata poi dall’antico simposio platonico, la Scuola così organizzava convegni di eruditi, scambi epistolari fra i partecipanti e soprattutto dispute culturali pubbliche e private.
Busto di Marsilio Ficino sulla facciata del Duomo di Firenze
Ficino, in relazione proprio ai ritrovati studi platonici, fu incaricato dallo stesso Cosimo di tradurre e commentare le opere dell’importante filosofo greco e con esso anche quelle di Plotino e di tutti gli scritti ermetici in generale, in particolare il Corpus Hermeticus di Ermete Trismegisto. E fu anche autore di opere importanti, tra cui quella più significativa è sicuramente la Teologia platonica che riproponendo il pensiero di Platone riesce a trovare una sorta di punto comune con il Cristianesimo, identificando la pia filosofia con la dotta religione. Ma non solo. Ficino ritiene che ci siano cinque livelli di realtà, corpo, qualità, anima, angeli e Dio e per questo l’uomo, dotato dell’anima che nel suo schema si trova al centro, e libero di essere ciò che vuole per sua scelta, può preferire se andare verso la materialità degli oggetti oppure la spiritualità.
Lorenzo il Magnifico, statua nel loggiato della Galleria degli Uffizi
Alla morte di Ficino e di Lorenzo il Magnifico, nel 1492 l’Accademia passò al suo discepolo più fidato Cattani da Diacceto, e la sede fu  spostata agli Orti Oricellai per concessione di Bernardo Rucellai, dove fu frequentata da illustri letterati come Nicolò Machiavelli, Jacopo da Diacceto e Luigi Alamanni.
Sulla base delle ricerche e considerazioni che l’Accademia operò, e grazie anche al fatto che molti importantissimi artisti, fra cui certamente Botticelli ma anche Michelangelo, parteciparono alle riunioni, anche l’arte subì una profonda influenza e molte opere portano con sé messaggi e significati spesso occulti e profondi.
Sandro Botticelli, Pallade e il Centauro, Firenze, Galleria degli Uffizi
Fra le opere pubblicate a stampa fiorentina, un’edizione commentata dopo anni di studi della Divina Commedia di Dante, corredata inizialmente da 19 disegni di Sandro Botticelli con scene tratte dall’opera; poi su richiesta di Pier Francesco de’ Medici, cugino di Lorenzo, Botticelli fra il 1484 e il 1490, disegnò 101 pergamene, di cui una doppia per ogni cantica, e di cui soltanto tre sono state successivamente colorate.
Nel 1524, quando molti membri furono scoperti come partecipanti alla congiura contro il cardinale Giulio de’ Medici, e soprattutto antimedicei e con posizioni repubblicane, fra cui anche lo stesso Michelangelo, l’Accademia fu sciolta.

Nessun commento:

Posta un commento