mercoledì 29 aprile 2020

La villa medicea di Careggi


Dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, la villa di Careggi è una delle dimore più antiche appartenute alla famiglia Medici, dopo quella del Trebbio e di Cafaggiolo. Fu acquistata da Giovanni di Bicci dei Medici che  il 17 giugno 1417 comprò da Tommaso Lippi una proprietà situata sul colle chiamato Monterivecchi,oggi in via Gaetano Pieraccini 17. Un luogo, quello scelto di acquistare, che ben univa la pace e tranquillità campestre, fatta anche di coltivazioni agricole che contribuivano al reddito familiare, e la vicinanza alla città, dove tenere i propri affari finanziari.
La lunetta di Giusto Utens dove si vede la villa di Careggi, Villa La Petraia, Firenze
Il possedimento consisteva in un palazzo con corte, loggia pozzo, cantina, stalla, torre e altre due case. La ristrutturazione fu affidata dal figlio di Giovanni, Cosimo il Vecchio, a Michelozzo, suo architetto di fiducia, e si articolò in due fasi. La prima che si concluse nel 1440, comprese l’edificio la corte e gli ambienti vicini, mentre la seconda incluse la costruzione di due logge al piano terra e finì nel 1459, quando arrivò in visita a Firenze Francesco Sforza che lodò la bellezza della villa e il luogo.
Busto di Cosimo il Vecchio nella sala del camino della villa
Nel corso del Cinquecento la sorte dell’edificio ebbe numerosi ribaltamenti. Con la cacciata dei Medici da Firenze e il conseguente esilio, la villa pur non essendo fra i beni confiscati alla famiglia fu data in proprietà per eredità. Nel 1529 subì un disastroso incendio doloso, con ingenti danni alla struttura architettonica, per poi tornare in mano, con il rientro della famiglia, al duca Alessandro che ne decise importanti ristrutturazioni.  
Il pavimento nel ninfeo voluto da Carlo de' Medici
Nel 1609 passò a Carlo de’ Medici, personaggio amante della cultura e dell’arte, che nominato cardinale sei anni più tardi, cominciò un progetto di restauro che portò la trasformazione dello scantinato in un ninfeo con fonte guarnita di spugne e pavimento in ambrogette smaltate, armadi e pitture alle pareti. Allo stesso tempo chiamò Michelangelo Cinganelli perché affrescasse il salone al piano terreno, lo studiolo di Lorenzo il Magnifico con affreschi a grottesche sul soffitto e sulle pareti, e la loggetta esterna, già dipinta dal Pontormo nel Cinquecento ma i cui affreschi sono andati perduti per la tecnica usata dall’artista, probabilmente un affresco a secco. Assieme decise anche una ristrutturazione dell’intero giardino incaricando Giulio Parigi e il figlio Alfonso, che avevano già progettato quello di Boboli di Palazzo Pitti.
La loggetta al primo piano della villa
Dopo l’abbandono, dovuto anche alla fine della dinastia dei Medici, i Lorena, che acquisirono solo in comodato d’uso i loro beni, la villa passò nel 1780 a Vincenzo Orsini. Nel 1878 invece, fu acquistata da Sir Francis Joseph Sloane, un esperto geologo e botanico, e appassionato della storia e della cultura toscana e che collezionò moltissime opere d’arte. L’uomo intraprese anche numerose e importanti modifiche alla struttura, fra cui anche il prolungamento della facciata est, buttò giù i muri divisori fra corte, giardino e orto, costruì una limonaia e mise molte piante esotiche e rare, che ancora oggi si possono ammirare.
Lato della villa che si affaccia sul giardino
Dopo essere stata venduta nei primi anni del Novecento a Carlo Segre, la villa passò nel 1936 all’Arcispedale di Santa Maria Nova e nel 2004 fu acquistata dalla Regione Toscana e il 20 marzo 2007 il Presidente ha presentato la proposta di destinare l’edificio a Sede del Centro Europeo sul paesaggio.
La proprietà è divenuta certamente famosa come sede dell’Accademia Neoplatonica, in cui si incontravano famosissimi e illustri letterati, artisti e filosofi divenendo così un centro culturale di riferimento e ispirazione per l’epoca. Fra questi da citare sicuramente Marsilio Ficino, di fatto a capo di questa scuola e a cui Cosimo aveva donato una villetta lì vicino chiamata Le Fontanelle, ma anche Pico della Mirandola, Cristoforo Landino, Angelo Poliziano, ma anche gli stessi figli del Medici, Lorenzo e Giuliano e artisti come Botticelli e Michelangelo.
Fu la villa preferita da Lorenzo, dove nacque e dove anche decise di morire l’8 aprile 1492.
Oggi purtroppo è chiusa al pubblico.

mercoledì 15 aprile 2020

L'Accademia Neoplatonica di Firenze


Verso la fine del XIV secolo, con la nascita dell’Umanesimo e la riscoperta del Classicismo e le sue opere perfette e inimitabili, anche la filosofia ritrovò Platone uno dei massimi esponenti della corrente,. La nascita delle cattedre di Greco nelle più importanti università, e quelle di Latino, non nuove ma tenute da molti intellettuali bizantini scappati dopo la presa di Costantinopoli e la temporanea riunificazione della Chiesa d’Occidente con quella d’Oriente portò alla lettura e alla scoperta di autori come Platone, sconosciuto fino ad allora.
Secondo la loro dottrina, l’uomo, al centro dell’Umanesimo e soprattutto del Rinascimento, era un’armonica reciprocità fra anima e corpo, entrambi padroni del proprio destino: massima aspirazione che deriva dalla conoscenza filosofica è la felicità, almeno per gli spiriti più nobili ed eletti che possono raggiungere la conoscenza del vero dopo la morte.
Platone